Andrea Dal Corso intervistato dal Magazine UeD

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Andrea Dal Corso, dopo essere stato al centro delle polemiche per il “no” detto alla tronista Teresa Langella, ha fatto parlare di sé dopo una foto  della trans Guendalina Rodriguez, che ritraeva le escort seduta sulle sue  ginocchia.

Oggi, Andrea ha chiarito la sua posizione attraverso le pagine di Uomini e Donne Magazine:

Andrea, che effetto le ha fatto questa storia?

«Lì per lì non ci ho dato molto peso, l’ho presa sul ridere. Ho pensato di avere un sesto senso: avevo captato che questa persona – che mi ha chiesto la foto una sera – e me l’ha chiesta con un atteggiamento come se fossi io quello che doveva fotografarsi con lei – avesse un fine diverso. Ero con i miei amici e ho detto subito: “Questa persona non mi convince, per me gatta ci cova!”, e infatti il giorno dopo è successo quello che è successo. Mi ha fatto male non la cosa in sé ma quanto abbia preso piede. Pensavo durasse un giorno, e invece lei si è inventata cose moîto pesanti. In molti mi hanno consigliato m querelarla, ma preferirei evitare, per il semplice fatto che le darei ancora più visibilità. Quello che mi è dispiaciuto è stato vedere le testate di gossip che Ie sono andate dietro, disinteressandosi a me, a come potessi stare, o semplicemente di come stessero veramente le cose. lo sono tranquillo, consapevole della mia sessualità. La cosa non mi ha scalfito».

Come sta fisicamente dopo questa situazione? Ha influito sulla sua vita quotidiana e sul lavoro?

«Sto bene, anche se sono stato molto nervoso. Sono una persona che non fa del male agli altri, e per questo si aspetta che anche gli altri non gliene facciano. È anche vero, però, che nel contesto del gossip ci si può aspettare di tutto. Dopo la scelta sono stato dipinto come uno str***, ìl’fìnto prìncipe azzurro. Dovevo aspettarmelo. Ero nervoso, non lo nego, ma ho cercato di mantenere il sorriso. Quando una persona ha il sole dentro, è difficile spegnerlo, soprattutto se si tratta di cavolate come questa».

La sua famiglia come l’ha presa? Ne avete parlato?

«Sono fortunato perché ho una famiglia con una grande apertura mentale. Sì sono messi a ridere, perché mi conoscono. Sembra che non ci abbiano dato molto peso, che non si siano posti il problema, anche se spero non ci siano stati male – per tutto il clamore – senza avermelo dato a vedere. Non escludo per niente che la situazione abbia infastidito la mia famiglia, ma siamo uniti, mi hanno dato appoggio su tutto. E sono consapevoli della mia sessualità, come lo sono io».

Perché secondo lei gira questo genere di notizie? Come mai questa persona ha voluto arrecarle un danno rivelando fatti privati e falsi, disinteressandosi della sua privacy, oltre che della verità dei fatti?

Si tratta di persone sole, che non distinguono la vita reale del mondo dello spettacolo. Fanno della loro vita privata uno show. E questo li porta a creare false notizie, pensando forse di essere all’interno dello spettacolo. Vogliamo giudicarle? Giudichiamole. È proprio questo il loro scopo, come insegnava Oscar Wilde: “Bene o male, l’importante è che se ne parli“. Qualcuno li chiama “morti di fama“: non si interessano se dicono il falso, pensano: “Magari poi chiederò scusa“. Intanto hanno parlato di me, per appagare il loro ego. Ognuno di noi ha obiettivi diversi: i miei, per cui ho fatto questo percorso a Uomini e Donne, li ho spiegati. Gli altri, non lo so. È tutto molto triste, c’è un insicurezza di fondo che sta portando pian piano le persone a vendere la propria anima, ma anche quella degli altri, malcapitati che non c’entrano niente, che a loro non hanno mai neanche stretto la mano.

Qual è l’arma migliore per difendersi da queste tempeste social?

«Vorrei dare anche un consiglio ai ragazzi come me che potrebbero trovarsi in queste dinamiche. Io l’ho vissuta così, senza dare troppo peso, senza rispondere. Non vedono l’ora, cercano di sentirsi importanti anche per un minuto. Se si tratta di cose vere, si può gestirle in un altro modo. Io però, con questa persona, ho semplicemente fatto la foto in un bar. Non bisogna aver paura di niente, il tempo dà qualunque tipo di risposta. Il mio modus vivendi è questo: difficilmente perdo le staffe e attacco una persona, anche se mi ha fatto del male. È un meccanismo umano: quando le persone non sanno giocare le proprie carte, preferiscono denigrare gli altri. È più facile fare lo sgambetto che correre con Ie proprie gambe. lo vedo tutto questo come insicurezza, mancanza di carattere. Per come sono fatto, mi verrebbe da chiamare la ragazza e aiutarla, chiederle cosa non va nella sua vita. Forse queste persone non hanno mai avuto chi desse loro una mano, hanno sempre dovuto “arrangiarsi’ , stare a galla in qualunque modo. Io mi sono vergognato a dover smentire, a scendere a questi livel|i. Anche se, allo stesso tempo, sapevo che, essendo così esposto, era una cosa che faceva parte del gioco. Mi ha innervosito molto, ma ho preferito rimanere calmo e sfogarmi magari con un’ora di palestra. La verità, comunque, viene sempre a galla».

Lei poi ha deciso di rispondere alle accuse…

«Ho risposto ma in modo tranquillo, non volevo dare tutta questa importanza. Quando però un mio amico, che mi conosce bene, è arrivato a chiedermi se queste cose, questo mi ha alarmato: se lui dubitava della ventà, chissà gli altri! Allora mi sono sentito di rispondere nero su bianco con un commento e sfido questa persona a dlmostrare il contrario. Puoi inventarti delle chat, fare quello che vuoi, ma io so chi sono. Puoi inventare, ma fino a un certo punto. Aggiungo solo che mi dispiace che ci sia bisogno di arrivare a questo per essere qualcuno».

È un discorso sul rapporto tra essere e apparire?

«Assolutamente. Si dice il falso per apparire, l’essere viene meno, la sostanza é in terzo piano. Mi fa paura questo perché, se ì giovani crescono in questo modo, siamo allo sbaraglio».

Qual è Ia cosa che le è dispiaciuta di più?

«lo sono super disponibile con chi mi chiede foto e video. Magari queste persone vanno oltre la loro comfort zone, prendono coraggio e vengono a chiedermi una foto, magari per Ia famiglia. Ma forse sono stato troppo disponibile, perché c’è chi ci mette Ia cattiveria. Questo consiglio agli altri: state più attenti, non fatevi cogliere impreparati. Certo che è difficile capire se la situazione può diventare scomoda. Questa cosa mi ha Iasciato l’amaro in bocca. Vorrei capire i motivi reali per aver messo tanta cattiveria, per aver detto il falso pur di emergere.‘Mors tua, vita mea. Ma così troppo. E’ cannibalismo sociale, ed è brutto. Ritratterebbe tutto se ci guadagnasse altra visibilità, ci metterei la mano sul fuoco. Mi chiederebe scusa pubblicamente».

Vuole aggiungere qualcosa?

Sì. volevo solo dire che sono pienamente consapevole della mia sessualità. È la mia privacy, certo, ma sono cavolate. Sia chiaro, chiarissimo: io sono pro comunità LGBTQ+: ognuno può, anzi deve, essere ciò che vuole. ll mio motivo di fastidio è l’invenzione di fatti non veri, ma fatti di qualunque tipo: questa cosa poteva farla una donna, un uomo, chiunque. Questo vorrei che fosse chiaro. Il mio giudizio è solo e limitatamente sull’operato di questa persona, a cui io non ho fatto nulla. Non so chi sia, non la conosco, non so cosa abbia fatto nella sua vita. E lei dice che è stata a letto con me…».

il giorno dopo I’intervista, mentre stiamo impaginando il pezzo, Andrea ci aggiorna su un ulteriore sviluppo, inviandoci un messaggio vocale arrivato a un suo amico sui social. “La ragazza delle foto”, così si definisce, lo cerca sapendo che è amico di Dal Corso, per mettersi in contatto con Andrea e smentire le sue stesse rivelazioni.

 

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