Voleva l’erede maschio. Deluso, picchia moglie e figlia

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Sottoponeva la propria moglie convivente e la figlia minore a continue sofferenze fisiche ed umiliazioni morali. Si adirava per futili motivi che scatenavano la sua ira e lo spingevano ad ingiuriarle, minacciarle e ricorrendo a violenze fisiche.

Questo suo comportamento violento nei confronti della moglie era forse dovuto al fatto di essere stato deluso dalla donna che aveva partorito una figlia femmina mentre lui avrebbe desiderato un erede maschio.

Da quel momento tutto è diventato pretesto per picchiare e minacciare la moglie come quando la malmenò perché era convinto che gli avesse mentito sulla sua età. Ed ordinava a moglie e figlia di non uscire di casa.

Il giudice De Angelis, al termine dell’incidente probatorio in cui è stata ascoltata la figlia minore, la quale ha confermato le angherie che dovevano subire dall’uomo, ha deciso che l’uomo non deve far ritorno in casa e che deve mantenere da moglie e figlia una distanza di almeno 500 metri. Infine, lo ha condannato a dare 300 euro mensili per il mantenimento delle due donne.

Martedì prossimo il Gup, Rita De Angelis, dovrà valutare le condizioni per accogliere la richiesta avanzata dall’avvocato Umberto Gramenzi, difensore dell’indiano di poter accedere al rito abbreviato.