Pamela Prati si è inventata anche la storia del padre

Gossip
Condividi

 

Il settimanale Chi è andato a Ozieri, ed ha parlato con alcuni abitanti che la conoscono bene.




Pamela Prati si è inventata anche la storia del padre.
«Pamela? Ma che Pamela! Paola, Paola Pireddu. Paola aveva già una bellissima presenza anche da ragazza, ma noi, i suoi coetanei, la vedevamo come inarrivabile: sembrava già predestinata al successo.

Noi siamo più piccoli, non c’eravamo quando Pamela e le sue sorelle ogni tanto venivano a lavorare da mio padre Domenico (al bar a pulire, ndr). La loro era una famiglia umile, con tanti fratelli, ma molto dignitosa. Però quando se n’era già andata e le sue foto sono uscite su Playboy, la madre e il padrino si sono precipitati a comprare tutte le riviste presenti nelle edicole del paese. Noi siamo dovuti andare fino a Chilivani per riuscire a trovarlo, perché a Ozieri non c’era più una copia che fosse una».

E ancora:

«Comunque, Pamela era bella, anche se rispetto alle sue sorelle sembrava il brutto anatroccolo. Il padre, Paolo Cantara, quello che le ha lasciate, aveva tre ‘concubine’. In paese lo chiamavano Piscittu Murtu, ‘Pescetto morto’, per antifrasi: era un po’ il Rocco Siffredi di Ozieri. E ha fatto solo figlie bellissime».

«Un giorno eravamo andati insieme a caccia al cinghiale e parlammo proprio di questo. Io avevo saputo questa cosa e gli dico “Ma dai, Piscittu, allora sei esperto di flamenco?” e la sua unica risposta fu “Ma che, manco conosco il tango…”».

 

il gruppo per tutte le

anticipazioni